Torchio tipografico
seconda metà del XIX
Il torchio tipografico di Santa Croce è stato utilizzato per stampare da matrice originale, per l’ultima volta, le xilografie esposte presso la Mostra permanente Pietro Parigi.
In seguito, le matrici di Pietro Parigi, intagliate in legno di bosso, ciliegio o pero, insieme a quelle intagliante nel linoleum, sono state collocate nell’area espositiva dedicata della Mostra, accanto alle rispettive stampe.
L’inglese Lord Charles Stanhope (1753-1816) fu l’inventore, agli inizi dell’Ottocento, del primo torchio tipografico in ghisa. Questo torchio consentiva la stampa di una forma intera con un unico tiro di leva. La pressione eseguita dal meccanismo era tale che si poteva stampare un foglio di dimensioni doppie rispetto ai torchi di legno.
Lo Stanhope fu costruito da molti produttori in Francia, Germania, Svezia e Italia. In Italia operava, a Monza, la ditta Amos Dell’Orto, un’officina costruttrice di macchine tipografiche.
Il torchio tipografico di Santa Croce, privo di targa e data di fabbricazione, è riconducibile a un modello Albion, all’epoca fabbricato dalle ditte Amos dell’Orto, Fratelli dell’Orto e Luigi Ghisi, imparentati tra loro.
(si ringrazia il Museo della stampa e stampa d’arte di Lodi).
Descrizione
Sulla struttura portante, a forma quadrata, appoggiata a un sostegno a quattro piedi a forma di zampa leonina, abbiamo il carrello mobile, a due binari in senso orizzontale, sostenuto da un cilindro metallico poggiante a terra, completo di porta-forma (fraschetta), per inserire le matrici con i caratteri da stampa. Assicurata alla struttura portante e posta sopra il carrello vi è la platina che si sposta mediante una leva per esercitare pressione sul foglio di carta.
per info: bibliotecasantacroce@gmail.com