Giovedì 15 gennaio 2015, alle ore 18.00, l’Istituto Clemente Terni & Società Dantesca Italiana, presso il Cenacolo Francescano hanno aperto le celebrazioni per il 750° anniversario della nascita di Dante e presentato il “Quintetto Polifonico Italiano – Clemente Terni”.
E’ stato eseguito «La memoria musicale di Dante nel De Vulgari Eloquentia e nella Commedia», uno spettacolo che prende spunto dalle citazioni musicali dirette e indirette presenti nell’opera di Dante con musiche di Notker Balbulus, Peire Cardenal, Berenguer de Palou, Thibaut de Champagne, Gace Brulé, Arnaut Daniel e di vari anonimi, nella trascrizione di Clemente Terni.
Hanno introdotto p. Antonio di Marcantonio ed Eugenio Giani, presidente della Società Dantesca Italiana, che per l’occasione ha illustrato alla cittadinanza le iniziative del 750° anniversario della nascita del nostro poeta più universale.
Il concerto ha sviluppato il tema, affascinante e raramente indagato, del retroterra musicale che fece da sfondo alla vita di Dante, la cui eco si riverbera sovente nelle sue opere, sia in citazioni dirette che in influenze ipotizzabili. La poesia medievale era di fatto musica, non solo perché veniva quasi sempre intonata, ma anche per la natura delle sue strutture formali, fondate sul numerus (“numero delle parti”, scrive Dante nel Convivio), che era di competenza della Musica come scienza del Quadrivio.
Ricordiamo che già nel XIII secolo in Santa Croce era attivo uno Studium, in cui si insegnavano, oltre alla Teologia, anche le arti del Trivium e del Quadrivium. Una scuola, che assumerà grande importanza nel secolo successivo, dove le lezioni erano pubbliche e in cui erano ammessi anche i laici. Sappiamo che Dante Alighieri, a partire dal 1292, aveva deciso di seguire le lezioni dello Studium di Santa Croce.
Il progetto esecutivo de La memoria musicale di Dante nasce da uno studio commissionato negli anni Ottanta al M° Clemente Terni dalla Società Dantesca Italiana; da questo scaturì la versione da concerto. Vi si trovano luoghi cruciali della Commedia e del De Vulgari Eloquentia associati a canti del repertorio liturgico e paraliturgico, ad alcune laude cortonesi, a melodie attinte dal repertorio dei trovatori.
In alcuni casi il riferimento di Dante a composizioni ben precise è diretto; in altri invece è il Maestro Terni ad individuare la relazione fra il contenuto e la forma della poesia dantesca e le musiche alle quali il poeta avrebbe attinto o fatto più o meno esplicito richiamo; in altri casi ancora le citazioni poetico-musicali introdotte da Dante vengono associate a intonazioni coeve, secondo un uso ampiamente documentato dalle fonti. L’incipit stesso della Commedia sembra tener conto del canto Media vita in morte sumus, il cui testo è così riconoscibile nelle prime tre terzine.